Intervista al Dr. Schembri: le diete

Author: Stefania Carlotto

Parliamo di diete
con il Dottor Gerlando Davide Schembri

Published: Thursday, May 31st, 2018 - H.03:23PM
Author: Stefania Carlotto

“Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”
(Inferno, Canto XXVI)



Parliamo di DIETE con il DOTTOR GERLANDO DAVIDE SCHEMBRI, MEDICO NUTRIZIONISTA U.O.C. Oncologia MARCHE NORD – Medico Nutrizionista del Percorso Breast Unit – Unità Senologica – Medico Nutrizionista ANDOS Ancona.

In questi ultimi anni il business del dimagrimento si è allargato, ma a questo non corrisponde una diminuzione di persone in sovrappeso/obesità.
Non servono molti dati:  basta guardarsi intorno per notare quante siano le persone,
adulti, ragazzi e bambini, in questa situazione.
Eppure i rischi che si corrono dovrebbero essere noti, come pure dovrebbe essere acquisita la consapevolezza che l’insorgenza di molte patologie è determinata dallo stile di vita.

Evidentemente le informazioni che circolano non sono poi così corrette ed efficaci …
e per fare chiarezza ecco le domande che ho posto:

SC

Dottor Schembri,
quanto influisce la corretta nutrizione sulla prevenzione dell’insorgenza di patologie e il mantenimento della salute?

GS

La corretta nutrizione influisce sempre, sia nelle persone sane, sia nelle persone malate, sia nelle persone molto malate.
E’ determinante in tutte le fasi della prevenzione (1 e 2 e 3) perché ognuno di noi risente del contributo offerto dalla nutrizione.
Basti pensare che in più del 30% dei tumori l’alimentazione e la dieta sono accertate come fattore causale,
associate allo stile di vita e che fra le cause di insorgenza di malattie metaboliche e cardiovascolari,
alimentazione e stile di vita contribuiscono per oltre il 40%;
arriviamo quindi ad avere un 70%-75% delle malattie che potremmo evitare
se ci comportassimo in maniera diversa rispetto all’alimentazione, allo stile di vita, ai fattori ambientali.

SC

Il concetto di “dieta”, che comprende appunto lo stile di vita,
il tipo di alimentazione, l’attività fisica e altri elementi,
identifica oggi in realtà solo il “regime alimentare”.
Può essere questa la spiegazione del fallimento nell’84% dei casi delle cosiddette “diete
che nell’arco di tempo che va dai 6 ai 12 mesi
fa riprendere alle persone il peso originario e spesso anche qualche chilo in più?

GS

Possiamo fare almeno due considerazioni:
La prima è che alla base di un miglioramento dello stato di salute
dovrebbe essere radicato il concetto che stare bene non significa “assenza di malattia”
e quindi che il concetto di benessere dev’essere sinonimo di salute percepita, non solo di “salute comunicata”,
ad esempio dall’aspetto fisico.
Si fatica di questi tempi a far passare questo messaggio perché, purtroppo,
sono in molti a ritenere che sia estremamente facile e semplice dare delle indicazioni per il benessere
e spesso si limitano a dire come devono camminare, in che modo devono mangiare, suggeriscono che devono essere meno tesi
e che devono fare delle attività sportive.
I risultati che vediamo intorno, in termini di persone in sovrappeso od obese, confermano che questo non è sufficiente:
occorre personalizzare la comunicazione per poter sensibilizzare la persona e non sempre c’è chi è disposto ad investire il tempo in questo modo.
Se per esempio io devo spiegare ad un iperteso che il prosciutto gli fa male e lo deve eliminare,
ottengo una bassa aderenza al consiglio e ho quindi un’alta percentuale di fallimento, l’84% e forse anche di più;
se invece io spiego alla persona che il prosciutto è un serbatoio di grasso e di sale
e che sarebbe il caso che lo eliminasse perché ha la pressione alta e il colesterolo alto
e che sono due condizioni che possono portare a conseguenze gravi, lo responsabilizzo e sensibilizzo
e ottengo che il paziente adotti per sempre un corretto stile di vita, correggendo l’alimentazione e facendo attività fisica e quindi non per 6 mesi ma un anno dopo l’altro,
per il resto della sua vita.

L’altra considerazione è che quando si parla di “dieta” non è radicato il concetto di “stile di vita”,
ma si identifica solamente l’alimentazione e così facendo si dà al cibo tutta la responsabilità del nostro essere o meno in salute.
Si dovrebbe invece far meglio capire il concetto di stile di vita, spiegando anche i perché e quali sono i rischi che si corrono nell’eluderla.
Far passare correttamente queste informazioni porta a trasformare quell’oltre 80% di fallimento in un almeno 80% di aderenza al corretto stile di vita,
ma le persone sono spesso sorde alla prospettiva di rendersi parte attiva di un loro cambiamento
e scelgono sempre più spesso di farsi seguire da persone che le imboniscono e prospettano un risultato certo, in poco tempo e senza fatica:
per questo sono disposte a sacrificarsi con le più stravaganti diete o a spendere cifre assolutamente sproporzionate.

SC

A proposito di “diete”, Dottore,
l’ex INRAN ora CREA (Istituto Nazionale di Ricerca per l’Alimentazione e la Nutrizione)
e spiega che molte delle “diete” che vanno per la maggiore,
per esempio TISANOREICA, JUICE PLUS, DUKAN, PALEO DIETA
e molte altre sono sicuramente degli ottimi esempi di marketing riuscito,
ma nella Sua esperienza, Dottore, quanto è salutare optare per queste “diete”, talvolta costose,
anziché impegnarsi quotidianamente ad assumere un corretto stile di vita, così come raccomandato ad esempio dalla Dieta Mediterranea?

GS

Non solo non sono diete salutari, ma sono pericolose perché solitamente questi tipi di diete stressano il sistema immunitario
e il sistema endocrino. L’obiettivo focalizzato è la perdita di peso ed è un risultato FALSO in termini di salute:
se con una determinata dieta si è contenti perché in un mese si sono persi 10 kg,
in realtà non solo una perdita troppo veloce è pericolosa per il nostro corpo, ma spesso la perdita del peso non corrisponde ad una perdita di grasso.
Percentualmente dei 10 kg che io perdo in un mese, 8 kg sono di muscolo, e il resto è grasso e acqua:
questo tipo di dieta non è salutare perché ho toccato solo minimamente l’organo adiposo.

Un altro motivo per cui queste diete non sono in linea con la prevenzione cardiovascolare, oncologica eccetera,
è che al loro interno hanno indicazioni che sono contrarie alle linee guida suggerite per la prevenzione di molte patologie.
Ad esempio la Paleo Dieta stessa è il contrario della dieta che si consiglia per prevenire l’insorgenza di tumori al pancreas, all’esofago e allo stomaco.
Vogliamo fare un esempio? Il leone, che viene considerato erroneamente un carnivoro puro, in realtà è un predatore
e mangia l’intestino con quello che c’è dentro dell’erbivoro, cioè l’erba, mangia il fegato, la milza, la pelle e le ossa perché si mineralizza e nel 95% dei casi il leone non mangia il muscolo,
perché se lo facesse, morirebbe entro poco perché si demineralizzerebbe.

Altri esempi sono il toro, vegetariano, e il gorilla che ha delle masse muscolari enormi
ma non è un gran mangiatore di proteine … sarebbe il caso di riflettere su questi casi.

Pensare di risolvere il problema del sovrappeso o di sostenere il proprio benessere affidandoci a chi si propone meglio sul mercato,
è come farsi operare allo stomaco dall’edicolante sotto casa, perché “si presenta bene e parla come se sapesse come intervenire”.
In realtà io non posso basarmi sul “sentito dire:
se mi devo far operare allo stomaco, non mi fido dell’edicolante, ma mi rivolgo ad uno specialista!

Nonostante questo sia un ragionamento logico, molte persone si affidano ciecamente a questo tipo di diete anche se non sono riconosciute
e, anzi, sono riconosciute come negative dalla comunità scientifica: purtroppo l’alimentazione è un argomento che si presta ad essere discusso da tutti
nonostante ci siano informazioni precise al riguardo.

Per tornare alle diete iperproteiche è quasi impossibile al giorno d’oggi, non sapere che l’eccessivo consumo di carne
può portare ad un rischio aumentato di tumore: è un’informazione che circola, di cui veniamo a conoscenza anche per sbaglio.
Basterebbe conoscere correttamente la nostra Dieta Mediterranea
o anche solo rifarci all’alimentazione dei nostri nonni e fare la semplice valutazione che c’è mai stata tutta questa carne!

Intraprendere la Paleo Dieta o altre assolutamente sbilanciate verso un elevato consumo di proteine animali,
significa seguire una moda e avere indicazioni che non si basano sulle evidenze scientifiche e sulla sicurezza medica;
relativamente alla Dieta del Gruppo Sanguigno, per citare un altro esempio, gli studi sulla nutrizione
non hanno evidenziato meccanismi di protezione rispetto ai tumori o al diabete, da parte di un gruppo sanguigno rispetto ad un altro.

Le possibile conseguenze negative sul lungo termine sono sicuramente nascoste dal fatto che, qualunque dieta si segua,
eliminando alcuni cibi, si ha immediatamente un miglioramento, ma c’è gente che ancora crede che sia determinato dal proprio gruppo sanguigno
o dall’effettiva efficacia della Dukan o altro …

E’ bene ricordare che la scienza è altro, la salute è altro,
e non ci si può basare sul risultato di qualche centinaio di persone, bisogna affidarsi agli studi scientifici
condotti da vari paesi su campioni significativi e comparati tra di loro, altrimenti tutto diventa opinabile e interpretabile.
Spesso queste diete coinvolgono persone che hanno una visione semplicistica della questione:
la semplificazione nella medicina e nella scienza non c’è, e si dovrebbe invece considerare che chi sta male è attratto da queste
promesse” di risoluzione facili e ottenibili in poco tempo, soprattutto perché si delega il risultato o il mancato risultato ad altri:
non ci sia assume in proprio la responsabilità.


Ringrazio il Dr. Schembri per la Sua disponibilità e per averci chiarito punti importanti.
Nei prossimi giorni approfondiremo con il Dr. Schembri aspetti della nutrizione in relazione al cancro e alla menopausa.

A presto!

Stefania Carlotto