Albicocche … bontà e proprietà

Author: Stefania Carlotto

Albicocche: vellutate, profumate, dolci, bellissime … ma non solo!

Published: Thursday, July 21st, 2016 - H.10:49AM
Author: Stefania Carlotto

Fin da piccola mi piaceva schiacciare il seme e mangiarne la mandorla …
A dire il vero mi sono sempre piaciuti i semi:  ricordo che quando mia nonna faceva la torta di mele e toglieva il torsolo, raccoglievo i semini e ne mangiavo il contenuto.

Ho sempre mantenuto questa abitudine di sgranocchiare i semini e schiacciare i semi di albicocca,
forse perché sono legati a momenti sereni della mia infanzia e adolescenza e, come si sa, ci sono profumi e sapori che hanno un grande potere evocativo.
Da un po’ di tempo a questa parte ho aggiunto, all’abitudine di mangiare i semi, quella di conservare in un vasetto tutti i noccioli di albicocche che mangio in estate per poterli consumare durante l’autunno.
Schiacciarne il guscio e mangiarne la mandorla.

Incuriosita dalla mia “strana” abitudine alimentare, sono andata a fondo della questione per avere maggiori notizie, scoprendo che la vitamina B17 contenuta nelle mandorle di albicocche risulta avere un’azione di prevenzione e di contrasto verso malattie che tutti noi temiamo
e che sono particolarmente diffuse in questi ultimi anni.
Gli esiti positivi della sua assunzione su persone affette da cancro sono stati già osservati da Ippocrate di Kos, fondatore della Medicina Classica Occidentale, il quale sosteneva che “… il cancro non si cura con il ferro del chirurgo, ma con la dieta vegetariana e le erbe mediche …".
Ovvio che al tempo la pratica chirurgica non era assolutamente paragonabile all’attuale e quindi l’incipit della sua affermazione non è condivisibile ai nostri giorni.

Ma la seconda parte io la condivido, ritenendo che un corretto stile di vita e un’adeguata alimentazione siano basilari per il nostro benessere.
D’altra parte sempre Ippocrate diceva: “… fa’ che la medicina sia il tuo cibo, e che il cibo sia la tua medicina …”.
Noi sappiamo quanto ciò sia vero, ma siamo stati talmente abituati a delegare la nostra salute ai farmaci e ai medici che non ce ne preoccupiamo più di tanto,
salvo poi arrivare alla denuncia penale quando la medicina o la chirurgia non raggiungono appieno gli obiettivi di guarigione.
In questo atteggiamento siamo molto “arcaici”, attribuendo a medici e chirurghi poteri quasi soprannaturali, come fossero gli “stregoni” del nuovo millennio, senza considerare invece che se noi avessimo parte attiva nella salvaguardia della nostra salute,
il loro compito sarebbe almeno in parte facilitato.

Quanti vostri conoscenti, pur avendo problemi di colesterolo alto, di glicemia alta, di pressione alta, non modificano alcuna abitudine alimentare, affidandosi al “tanto poi prendo la pastiglia e mi posso permettere di mangiare ogni cosa”?
E che dire di chi soffre di mal di stomaco o di difficoltà digestive?
Ha lo stesso comportamento, forte della bustina che sicuramente ha in tasca o in borsetta.
E’ sufficiente per poter dire a noi stessi che “stiamo bene”?  Io ho scelto uno stile di vita migliore e sono ben felice sia di stare bene sia di limitarmi a salutare medico e farmacista!

Stare bene dà un senso di libertà e rende di ottimo umore, mentre chi non fa nulla in prima persona per preservarsi e rimanda la questione a quando sarà necessario mette in atto uno degli atteggiamenti irresponsabili su cui fanno affidamento le multinazionali del farmaco.
La spesa sanitaria in Italia nel 2013 è stata di 112 miliardi di Euro, pari al 7,1% del PIL,
di cui 7,5 miliardi di Euro per le sole cure oncologiche, pari al 6,7% della spesa sanitaria totale.
Sono dati che purtroppo sono destinati a crescere esattamente come le multinazionali del farmaco.

Fermo restando che l’innovazione e la ricerca, soprattutto in ambito medico e farmacologico, sono fondamentali, rendiamoci conto che nessuno pubblicizzerà mai le terapie nutrizionali e la medicina preventiva,
perché sono comunque una “grave minaccia” per questi colossi e perché non possono essere in alcun modo “brevettate” e sfruttate nelle attuali dinamiche di mercato.

E quindi?

Dobbiamo pensarci noi, con buon senso e volontà di farci del bene.
E’ ormai assodato che la maggior parte delle malattie cronico-degenerative attuali,
come il cancro, l’infarto, l’ictus, il diabete, l’Alzheimer, la sclerosi multipla, il Parkinson, l’osteoporosi eccetera, è correlata a carenze vitaminiche:
ovvio che l’aumento di tali patologie si verifichi proprio in un momento in cui la qualità del cibo che assumiamo stia scadendo.

Gli scandali che investono il settore alimentare sono ormai una consuetudine a cui purtroppo ci stiamo abituando,
al punto che, se un’azienda è costretta a ritirare della merce, acquistiamo ugualmente altri suoi prodotti, continuando così a tributarle la nostra fiducia.
Ma siamo sicuri della qualità che pubblicizzano?
Io personalmente non tanto e, per quanto possibile, cerco di fare tesoro di tutti quei consigli che mi orientano verso l’utilizzo di alimenti, bevande o integratori, che soddisfino il più possibile la mia sacrosanta pretesa di non avvelenarmi più di quanto già non faccia mio malgrado, ad esempio respirando l’aria che respiro.

Stefania Carlotto